“L’Italia è piena di menti straordinarie e di scienziati, ma manca di un’intelligenza di sistema e della capacità di organizzare questa intelligenza in un processo.” Con queste parole Piero Angela – l’illustre divulgatore recentemente scomparso – si riferiva all’assenza, nel nostro paese, di una capacità manageriale idonea a guidare le sorti delle aziende e dei propri dipendenti. Un monito condiviso dai diversi esponenti del mondo imprenditoriale, fortemente convinti del ruolo indispensabile che i Manager hanno nel trainare l’economia italiana. Serve però un cambio di passo. Guardando allo scenario attuale, in particolare, le micro e piccole imprese in Italia svolgono un ruolo determinante nel quadro economico e produttivo del paese. Di 4,4 milioni di aziende attive, le microimprese con meno di 10 addetti costituiscono la fetta numericamente più grande del mercato (95,05% del totale), contro lo 0,09% delle grandi imprese (dati Business Coaching Italia). Le 206mila Pmi, invece, rappresentano il 4,86% del tessuto imprenditoriale italiano e sono responsabili, da sole, del 41% dell’intero fatturato generato in Italia. Le imprese con meno di 10 addetti, linfa vitale del sistema produttivo, inoltre, hanno una capacità produttiva inferiore rispetto alle realtà imprenditoriali presenti negli altri paesi europei. Risulta evidente che dotare le aziende di figure-guida è indispensabile per accrescere la loro competitività e consentire lo sviluppo, ancora inespresso, del tessuto imprenditoriale italiano.
Gli stessi imprenditori lamentano la difficoltà di individuare figure manageriali dotate di una cultura gestionale e strategica capaci di trainare le attività aziendali. Come emerge da uno studio condotto prima dell’avvento della pandemia dall’Osservatorio 4.Manager – ideato da Federmanager e Confindustria – 7 imprenditori su 10 esprimono la necessità di dotare l’azienda di competenze manageriali per accrescere la produttività dell’impresa. All’indomani dell’emergenza sanitaria, la domanda è aumentata del 50% ma il 48,8% delle aziende ha mostrato evidente difficoltà nel reperire le competenze necessarie richieste. Da qui la necessità di valorizzare il ruolo della categoria manageriale con una specifica formazione e con il costante approfondimento di conoscenze e competenze. Se è vero, infatti, che un’azienda sana necessita di una leadership efficiente e responsabile, è altrettanto vero che solo attraverso la formazione costante i manager possono poter guidare i collaboratori nello sviluppo delle attività, nella loro crescita professionale e nel loro coinvolgimento all’interno dei processi produttivi, migliorativi dell’intera attività aziendale.
Ad oggi, infatti, solo il 25% delle Pmi dispone di obiettivi professionali chiari e misurabili per i propri addetti. Questi aspetti, uniti alla mancanza di sistemi di incentivazione noti e chiari a tutti, concorrono ad avere dipendenti meno partecipi al successo dell’azienda, condizione che rende molto difficile per l’impresa trattenere le risorse migliori.