Il futuro della managerialità europea ed italiana si rinnova passando attraverso nuove figure professionali. Il cosiddetto Green New Deal, aggravato dalla crisi delle materie prime e dalla guerra in Ucraina, ha posto l’attenzione sul tema della sostenibilità e alla necessità di reperire competenze specifiche in questa direzione.
L’attenzione all’ambiente, infatti, è diventato un valore imprescindibile per il mondo imprenditoriale, con il 58% di aziende di grandi dimensioni e il 40% di PMI che hanno elaborato strategie per diventare aumentare la propria sostenibilità. E le aziende orientate al green e all’innovazione oggi non possono fare a meno di inserire nel proprio organico figure manageriali specialistiche e di incrementare la formazione dei lavoratori per dotarli di elevate competenze scientifiche e tecniche. In questo scenario, tra le figure più ricercate sul mercato ci sono il Sustainability Manager, l’Environmental Manager e l’Energy Manager, dotate di competenze adeguate per comprendere i processi aziendali, individuandone punti deboli, organizzando e pianificando la gestione in un’ottica di sostenibilità ispirandosi agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030.
In particolare, il Sustainability Manager è colui che si occupa della gestione dell’impatto ambientale, economico e sociale di un’organizzazione aziendale. Dotato di competenze manageriali e tecniche ma anche di capacità relazionali e comunicative, garantisce che le attività aziendali siano conformi alle normative ambientali ed energetiche, stimolando costantemente la ricerca di politiche ed iniziative sostenibili, perseguendo obiettivi misurabili e sensibilizzando i lavoratori al tema della sostenibilità anche all’interno della stessa realtà aziendale.
Compiti comuni anche all’Environmental Manager, il manager della sostenibilità, la cui responsabilità riguarda nello specifico l’analisi ed il miglioramento dei comportamenti aziendali sotto il profilo green e la gestione del processo aziendale legato all’innovazione ecologica. Tale figura, dunque, si occupa di analizzare gli standard di qualità dei prodotti da immettere sul mercato, redigere piani di sostenibilità, gestire consumi, emissioni e rifiuti con azioni volte a ridurre l’impatto ambientale.
Quella dell’Energy Manager è, invece, una figura prevista dalla legge per i grandi consumatori, che si occupa di analizzare, monitorare e ottimizzare l’uso energetico dell’impresa, consentendo di conseguire benefici ambientali ed economici legati alla produzione di beni. Partendo da una valutazione iniziale dell’utilizzo energetico, tale professionista individa gli interventi fondamentali volti a migliorare l’impiego dell’energia nell’azienda, riducendo gli sprechi ove possibile. Tra i suoi compiti vi è infatti quello di scegliere tra i diversi investimenti energetici di cui l’azienda potrebbe farsi carico per ridurre i consumi ed ottimizzare l’uso dell’energia.